18/02/12

Errorismo - il lavoro alla casa Bagnasco

Sono contento di pubblicare qui di seguito il lavoro guidato da Irene Sabatelli che gli ospiti della casa M. Bagnasco di Savona hanno fatto sulle opere erroriste degli artisti ungheresi esposte per due settimane nei loro locali.

Come ricorderete la mostra del nuovo movimento ungherese Errorista è stata a ottobre alla Galleria Studio 44 per START (clicca qui per l'articolo)




"Martedì 31 gennaio ho invitato un gruppo di ospiti che abitualmente partecipa alle attività di animazione a visitare la mostra fotografica esposta al piano terra della nostra struttura.
Ho presentato la “visita” come un esercizio di osservazione ed analisi attenta di ciascuna fotografia:  oggi facciamo i critici d’arte!

Siamo partiti dalle immagini posizionate nella zona a sinistra, quelle a mio giudizio di non immediata comprensione. Per ciascuna fotografia, dopo aver cercato di spiegare in termini semplici il concetto di “errorismo”,  procedevo comunicando il nome dell’autore ungherese e le scarne informazioni al suo riguardo, poi leggevo il titolo e la breve didascalia, quindi mi rivolgevo alle persone sedute davanti a me e alla foto, circa una decina,  per raccogliere le loro impressioni immediate e successivamente stimolate da domande (cosa vedi? Che sensazione ti trasmette, positiva o negativa? Senso di calore o freddo? Cambieresti il titolo, quale metteresti? Che voto daresti da 1 a 10?).

Commenti alla foto di Vera Fehér “Error” :
Antonio, è un doberman in mezzo alla neve
Giulietta, sono indecisa tra un toro e un orso bruno ma deve essere un orso
Angela, provo un senso di freddo
Palma, mi piace anche se non la capisco
Eugenia, è un lupo
Media dei voti  7 e mezzo





Commenti a “Come to daddy” di Vachter János:
Teodolinda: “dui bon om” tradotto dal dialetto piemontese, due bravi uomini.
Giulietta, uno si capisce che è juventino
Antonio, quello con gli occhiali sembra Peter Ustinov (segue accesa discussione sulle varie somiglianze del volto fotografato, da Cavour al protagonista del film “Lo squalo”)
Media dei voti 7

Commenti a “Orange fields” di Altnőder Emese:
Stefano, cambierei il titolo in “Incompiuta”
Discussione sul predominante colore arancione, gradito ad alcuni, molto osteggiato da altri
Media dei voti. 7


Commenti a “21 days” di Sprenc Balázs (dopo aver letto e spiegato più volte la didascalia):
Maruska (figlia di Giulietta che si è aggiunta al gruppo), è un’aurora boreale
Graziella, è una bomboniera
Giulietta, è il vetro di una macchina
Teodolinda, è una donna incinta
Media dei voti  8
Facciamo una pausa perché è arrivato il carrello della merenda, alcuni anziani cominciano ad accusare stanchezza e a perdere concentrazione.
Quando ci trasferiamo e sistemiamo opportunamente nell’altro lato della sala, spostando sedie, carrozzelle, deambulatori, guardiamo le foto nell’insieme delle due pareti, confrontandole e commentandole.

Giulietta dice che “liberate me” di Martinkó Márk sembra la nave Concordia affondata (è rimasta molto colpita dalla tragedia e sono giorni che non parla d’altro perché è originaria di quella parte della Toscana).




 
Palma e Teodolinda non hanno dubbi, scelgono come foto preferita “Open air cinema” di Borsay Márta perché l’immagine è bella e la capiscono. Anche molti altri scelgono questa foto come la migliore della mostra.








Un’altra immagine che riscuote molto successo è “Budapest – Nàna” con il ritratto dell’uomo con il cappello.
Racconto la storia dei due viaggi, due fotografi (Sprenc Balázs e Zselinszky Miroslav), stesso rullino riavvolto e riutilizzato. 









Carlo è un ottico rinomato a Savona, ha un negozio prestigioso attualmente gestito dai figli, dopo l’ictus che l’ha colpito diversi anni fa e che gli ha tolto l’uso della parola e di buona parte del corpo.
Ha seguito tutti i nostri commenti e in due occasioni ha cercato di comunicarci il suo pensiero: con un gesto inequivocabile ha bocciato “Orange fields” mentre ha dimostrato apprezzamento per “ME2 Budapest -  Tallin”.  



 



Non siamo riusciti a capire il suo commento verbale perché purtroppo incomprensibile, come alcuni gesti ispirati da “21 days”, ma sono comunque molto felice di averlo stimolato ed interessato con una attività che evidentemente era di suo interesse e potrà servirmi per studiarmi in futuro qualche  altro intervento utile a coinvolgerlo.

 Il giudizio dei nostri “critici” d’arte è stato quindi più che positivo nei confronti delle opere fotografiche degli artisti ungheresi esposte nella struttura e il pomeriggio è trascorso piacevolmente facendo qualcosa di interessante e diverso dal solito. E questa è la cosa importante.


                    L’animatrice Irene Sabatelli

Nessun commento:

Posta un commento